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*"Delle otto braccia meccaniche che armeggiavano al suo fianco, due lustravano l'otturatore, tre assemblavano sicura e grilletto. Le restanti armavano il fucile, mentre un piccolo ragno di metallo caricava il proiettile per il collaudo."*
Quando le arti del mondo perduto misero fine alla vita stessa, la pratica della tecnologia fu bandita in favore dei sacri doni della Natura. Eppure è proprio tramite quei doni, le Vocazioni, che riemerse nel tempo il talento di maneggiare il metallo, con una nuova arte magica capace di dar vita a strumenti arcani e tecnologici di ogni sorta. Tale è la Vocazione del Genis, forza motrice del progresso delle terre civilizzate e cultrice delle tre arti tecnologiche: automanzia, biomanzia e tecnomanzia.
Oltre all'innata dote di comprendere tecnologia e ingranaggi al primo sguardo, i Genis possono infondervi la propria volontà. L'automanzia, per esempio, permette ai Genis di infondere il dono della coscienza in oggetti e strumenti di metallo. Sebbene si tratti di semplici comandi logici, la combinazione di centinaia, o a volte migliaia di comandi permette la creazione di entità intelligenti degni del paragone con l'essere umano, automi.
La biomanzia offre invece una connessione con la materia organica: braccia meccaniche in rimpiazzo ad arti perduti, occhi bionici in grado di scrutare nell'abisso e persino organi artificiali per scampare a ferite altrimenti mortali.
La tecnomanzia infine, proibita nella stragrande maggioranza delle terre civilizzate, è il residuo di tecnologie che vanno ben oltre l'ordinaria immaginazione. Il prezzo per chi viene colto a praticarla è un biglietto di sola andata per le dimenticate celle di Delzeran.
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Genis
Fabbricanti arcani, maestri dell'arte del metallo
"Delle otto braccia meccaniche che armeggiavano al suo fianco, due lustravano l'otturatore, tre assemblavano sicura e grilletto. Le restanti armavano il fucile, mentre un piccolo ragno di metallo caricava il proiettile per il collaudo."
Quando le arti del mondo perduto misero fine alla vita stessa, la pratica della tecnologia fu bandita in favore dei sacri doni della Natura. Eppure è proprio tramite quei doni, le Vocazioni, che riemerse nel tempo il talento di maneggiare il metallo, con una nuova arte magica capace di dar vita a strumenti arcani e tecnologici di ogni sorta. Tale è la Vocazione del Genis, forza motrice del progresso delle terre civilizzate e cultrice delle tre arti tecnologiche: automanzia, biomanzia e tecnomanzia.
Oltre all'innata dote di comprendere tecnologia e ingranaggi al primo sguardo, i Genis possono infondervi la propria volontà. L'automanzia, per esempio, permette ai Genis di infondere il dono della coscienza in oggetti e strumenti di metallo. Sebbene si tratti di semplici comandi logici, la combinazione di centinaia, o a volte migliaia di comandi permette la creazione di entità intelligenti degni del paragone con l'essere umano, automi.
La biomanzia offre invece una connessione con la materia organica: braccia meccaniche in rimpiazzo ad arti perduti, occhi bionici in grado di scrutare nell'abisso e persino organi artificiali per scampare a ferite altrimenti mortali.
La tecnomanzia infine, proibita nella stragrande maggioranza delle terre civilizzate, è il residuo di tecnologie che vanno ben oltre l'ordinaria immaginazione. Il prezzo per chi viene colto a praticarla è un biglietto di sola andata per le dimenticate celle di Delzeran.
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